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Si sentono grida di paura – terrore, non pace

Il Signore ci ricorda in Geremia 30 che la riunione delle dodici tribù di Israele nella terra è in definitiva un’opera spirituale, che è profondamente connessa con gli scopi del Signore in relazione alle nazioni. Egli dice che disciplinerà i suoi figli e che ci sarà un periodo di terrore – “i guai di Giacobbe” – ma che li riporterà a casa, distruggerà i loro nemici e darà loro pace e sicurezza.

La restaurazione della terra non è l’unico obiettivo. L’obiettivo è che Israele e Giuda compiano la loro chiamata, che è di “servire il Signore loro Dio e Davide loro re, che io susciterò per loro” (Geremia 30:9).

In questo modo, anche le nazioni possono entrare nella loro vera vocazione. Israele sarà un vessillo per le nazioni. Quando verrà il Messia (“Davide, il loro re”) la parola del Signore uscirà da Gerusalemme e le nazioni non si addestreranno più alla guerra (Isaia 2).

Israele oggi è in una situazione molto precaria. Sì, Israele è diventato forte e sta prosperando. Ma, come dimostra l’attuale formazione di un altro nuovo governo, è una nazione politicamente profondamente divisa, anche tra gli ebrei stessi. C’è inoltre grande sfiducia, animosità e persino violenza tra ebrei e arabi in molti luoghi. Alcuni nel paese parlano addirittura della possibilità di una guerra civile.

Oltre alla sua lotta interna, Israele continua ad affrontare grandi minacce dall’esterno dei suoi confini. Recentemente, le accuse che Israele è uno “stato di apartheid” sono aumentate, in particolare come risultato di un rapporto di Human Rights Watch. I media laici sono complici nell’etichettare Israele come uno stato illegittimo che sta violando grossolanamente il diritto e le norme internazionali.

Queste affermazioni, insieme al recente conflitto con Hamas, sembrano aver scatenato una nuova ondata di antisemitismo in tutto il mondo.

Siamo nel mezzo di quella che la Bibbia chiama “la controversia di Sion”. Dobbiamo guardare questi eventi attraverso gli occhi di Dio, capire con la Sua mente e sentire con il Suo cuore.

Che noi come cristiani possiamo intercedere con più fervore che mai per la “Pace di Gerusalemme”: che il popolo ebraico entri veramente nella sua chiamata a servire il suo Dio, che anche le nazioni accettino e si sottomettano all’opera di Dio, e che ci sia pace in Israele e nella regione.

Il team editoriale – Israel & Christians Today