• "Se nessuno di voi vuole accompagnarmi in Israele, bene allora, andrò da solo e, se proprio devo, andrò anche a piedi." | Foto: Cristiani per Israele
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Se necessario, andrò a piedi

Koen Carlier - 30 Gennaio 2021

Anatoly ha 84 anni. Recentemente è partito dall’Ucraina per andare a vivere in Israele. Un paio di anni fa è diventato completamente cieco dopo un’operazione agli occhi non riuscita, ma questo non gli ha impedito di fare il grande passo e di lasciare definitivamente il suo paese natale per “tornare a casa”.

“Durante l’Olocausto il piccolo Anatoly è stato nascosto per due anni in una cantina a Mariupol”.

Durante l’Olocausto il piccolo Anatoly è nascosto per due anni in una cantina a Mariupol, dove la vicina di casa si prese cura di lui. Suo padre e i nonni vengono assassinati. Sua madre sopravvive alla guerra e insieme ad Anatoly cerca di iniziare una nuova vita nell’Ucraina del dopoguerra, patendo tuttavia molte sofferenze sotto il giogo del comunismo. L’Olocausto diventa un “capitolo dimenticato”, un argomento tabù. Anatoly dimostra di essere un bravo studente. Come ingegnere gestisce una grande impresa di costruzioni, si sposa e ha due figlie. Quando nel 2014 esplode la guerra nell’Ucraina orientale, numerosi missili colpiscono la città di Mariupol, facendo rivivere ad Anatoly il trauma del lungo tempo trascorso in cantina. Sceglie di “tornare a casa per sempre”, in Israele.

Anatoly, 84 anni, pronto a partire dall’Ucraina per vivere in Israele. Fare il grande passo e lasciare definitivamente il suo paese natale per “tornare a casa” | Foto: Svetlana Soroka / Cristiani per Israele

È una favola

Le sue figlie non vogliono andare con lui, spaventate dall’ignoto, e cercano di fermare anche Anatoly. “Se nessuno di voi vuole accompagnarmi in Israele, bene allora, andrò da solo e, se proprio devo, andrò anche a piedi.” Questo tocca la figlia minore, Svetlana: insieme si preparano a partire. Quando arriva il momento, vengono raccolti da Koen e dal suo team. Un lungo viaggio di oltre quattordici ore in una fitta nebbia, superando blocchi stradali e percorrendo strade dissestate. Quando Koen chiede come sta Anatoly durante il viaggio, risponde invariabilmente: “È una favola. Perché non ci porti fino in Israele? È così comodo questo minibus.” Arrivato alla lounge dell’aeroporto di Kiev, tutti gli altri passeggeri sembrano nervosi, tranne Anatoly. Mano nella mano con la figlia Svetlana cammina con sicurezza verso l’aereo, verso il suo nuovo futuro.

“Se nessuno di voi vuole accompagnarmi in Israele, bene allora, andrò da solo e, se proprio devo, andrò anche a piedi.”

Anatoly e la sua famiglia con il nostro operatore sul campo Koen | Foto: Svetlana Soroka / Cristiani per Israele

“Ecco, io li riconduco dal paese del settentrione e li raccolgo dalle estremità della terra; tra di loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e quella in doglie di parto: una gran moltitudine, che ritorna qua.” (Geremia 31:8)

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