• Luci proiettate sulla Porta di Damasco nella Città Vecchia di Gerusalemme, durante la Festa delle Luci, il 26 giugno 2019. Foto | Yonatan Sindel / Flash90
Insegnamenti

Il Signore ama Sion

Johannes Gerloff - 16 Marzo 2021

In modo enigmatico, il Salmo 87 lancia ai lettori delle affermazioni che a prima vista sembrano incoerenti. Questo salmo sembra un fascio di frammenti di pensiero che ci confonde, piuttosto che dare una direzione. In realtà, il

“Salmo 87 dà una rivelazione, un’apocalisse, rivela un segreto.”

Gli studiosi che hanno analizzato il Salmo 87 gli riconoscono una qualità profetica. Si ritiene che questo Salmo spieghi delle interrelazioni da una prospettiva che non è visibile all’occhio naturale. Potremmo dire che il Salmo 87 dà una rivelazione, un’apocalisse, rivela un segreto.

I sette versi che lo compongono possono essere divisi in due sezioni: la prima parte (versetti 2-3) descrive l’amata, santa e gloriosa Sion. La seconda parte (versetti 4-6) sottolinea il fatto che tutti hanno il diritto di essere considerati figli di Sion. Queste due sezioni principali sono incorniciate da un’introduzione (versetto 1) e una conclusione (versetto 7). L’ultimo verso risuona le parole dei cantori e dei danzatori che salgono a Sion.

Che cos’è “Sion”?
Secondo il Midrash, i “monti sacri” sono il monte Sinai e il monte Moria.“Era sul monte Moria che sorgeva il tempio in cui riposava la Legge che veniva dal Sinai. Quindi il monte Moria può essere considerata come una continuazione del Sinai”.

Se questo Salmo ha il suo ‘fondamento sui monti sacri’, cioè in Sion, allora ha origine e si basa sulla volontà, la parola e le azioni dell’unico, vero e vivente Dio – come ogni cosa ‘fondata in Sion’.

Il Signore è Colui che “sceglie Gerusalemme”. Dice (Isaia 28:16):”Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire.”

Il Signore ama le porte di Sion
È questa la ragione semplice, sufficiente e imperscrutabile della scelta di Israele da parte del Signore. L’amore non è né discutibile né razionalmente comprensibile. Fino all’ultimo libro del Nuovo Testamento, Gerusalemme è semplicemente “la città diletta” (Apocalisse 20:9). La scelta delle parole nel Salmo 87 sottolinea “la relazione d’amore continua” (ohev, non ahav!) di Dio con le porte di Sion, segnata dalla fedeltà.

‘Il Signore ama le porte di Sion ‘come dimora per il suo popolo’ più di tutte le dimore di Giacobbe’ nel mondo intero.”

Le porte rappresentano l’intera città. Chi ama una città spesso entra ed esce dalle sue porte. Ma forse le porte sono menzionate qui nella speranza che molti entreranno a Sion attraverso di esse.

Le perle della città
In Apocalisse 21, il veggente Giovanni (in ebraico Jochanan) descrive la Nuova Gerusalemme che scende “dal cielo da presso Dio”, “come una sposa adorna per il suo sposo” (versetto 2) “con la gloria di Dio” (verso 11), la ‘shekhinah‘. Per descrivere questo fenomeno, Giovanni usa paragoni con pietre preziose (versetti 11b, 18-20). Vede “dodici porte” come “dodici perle”. Ciascuna delle porte è fatta da una perla sola’ (versetto 21).

Il penultimo capitolo della “Bibbia cristiana” vede “i nomi delle dodici tribù di Israele” incisi sulle porte di Gerusalemme (Apocalisse 21:12). ‘La gloria e l’onore delle nazioni’ sono portati nel centro spirituale di Israele (versetto 26). Da lì, le nazioni sperimenteranno finalmente la guarigione (Apocalisse 22:2).

L’amore è sempre “più di” e distingue tra “tutti gli altri” e l’amato. L’amore è esclusivo per definizione. Un atteggiamento che non distingue, enfatizza, sceglie e, di conseguenza, in qualche modo esclude tutto il resto, è “oggettività”, “neutralità”, è “indifferenza”, cioè l’esatto opposto dell’amore. Alla fine, non c’è altra via d’uscita che stare davanti al mistero dell’amore di Dio, accettarlo come inesplicabile.

L’Aliyah è la volontà di Dio
C’è un altro aspetto importante nel contenuto del Salmo 87: la stragrande maggioranza del popolo di Israele, qui denominato “Ya’akov”, ha vissuto al di fuori della terra di Israele dall’inizio della prigionia babilonese nel VI secolo a.C.. Da allora, non sono più tornati nel paese, come aveva profetizzato Ezechiele (39:28):“li avrò raccolti nel loro paese e non lascerò là più nessuno di essi.” Questo è vero anche oggi, sebbene negli ultimi anni, per la prima volta in più di due millenni e mezzo, la più grande comunità ebraica del mondo abbia vissuto in terra di Israele.

Oggi la maggioranza del popolo ebraico vive ancora al di fuori della Terra Promessa. Gli ebrei si sentivano e si sentono ancora talmente a proprio agio nella diaspora, che nella stragrande maggioranza dei casi emigrano in terra d’Israele solo quando non hanno altra scelta.

Un aspetto cruciale del Salmo 87 è il ritorno del popolo d’Israele nella terra d’Israele. Con questo in mente, il Salmista lo rende fondamentalmente chiaro a questo punto: “Il Signore ama le porte di Sion” come dimora per il suo popolo “più di tutte le dimore di Giacobbe” nel mondo intero.

In altre parole: l’Aliyah, l’ascesa a Sion, l’immigrazione del popolo ebraico in Israele, corrisponde alla volontà di Dio.

Vedi anche: www.gerloff.co.il/en/english

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