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Aggiornamento settimanale: carnefici e vittime

- 11 Maggio 2021

Il 27 aprile il Human Rights Watch (HRW) ha pubblicato il suo rapporto intitolato “Una soglia superata – Autorità israeliane e crimini di apartheid e persecuzione”. È una sequela di accuse e denunce di 213 pagine. Descrive lo Stato ebraico di Israele come uno stato di apartheid, il cui unico scopo è perseguitare i palestinesi. Secondo il HRW, Israele è colpevole di crimini contro l’umanità: apartheid e persecuzione. Tutte le leggi israeliane a favore degli ebrei dovrebbero essere abolite; i leader israeliani dovrebbero essere perseguiti dalla Corte penale internazionale e Israele dovrebbe essere soggetto a condanna, isolamento e sanzioni internazionali.

Chiaramente, ciò che più scandalizza gli autori di questo rapporto è il fatto che Israele osi essere uno Stato ebraico, una patria per il popolo ebraico. Come osano gli ebrei rivendicare una propria patria? Come osano gli ebrei essere un popolo ebraico?

Il rapporto non ci sorprende. Per decenni, dagli anni ’70, l’affermazione che “Sionismo = Razzismo” è rimasta impressa nella mente di molti che rifiutano di accettare l’esistenza del popolo ebraico. La leadership palestinese ha trasformato il rifiuto in una forma d’arte, che ha comportato la perdita di infinite opportunità, ma tanto la colpa alla fine è sempre di Israele.

Proprio come molti dei suoi predecessori, finiti nella pattumiera della storia, questo rapporto è pieno di generalizzazioni in bianco e nero, affermazioni unilaterali e un’ampia infarinatura di palesi falsificazioni. Riflette la crescente tendenza moderna a dividere opportunamente la storia in “vittime” e “carnefici”, affermando che ogni sofferenza deve essere colpa dell’altro e, conseguentemente, chiedendo giustizia.

Non c’è nemmeno una parola che suggerisca la minima possibilità che gli stessi palestinesi, o i loro fratelli e sorelle nel mondo arabo, condividano la responsabilità della loro situazione disastrosa. Niente sulla Shoah, sull’alleanza del Gran Mufti con Hitler, l’attacco del 1948 a Israele da parte degli stati arabi, i successivi tentativi di sterminare lo Stato ebraico, l’intifada o il rifiuto di Arafat dell’offerta di Barak nel 2000. Solo per citarne alcuni…

Tragicamente, il rapporto non solo travisa chi sia il popolo ebraico e cosa sia lo Stato ebraico, ma ignora anche i molti esempi di cooperazione arabo-ebraica in Israele, gli arabi israeliani che lavorano duramente per la prosperità di Israele e quei palestinesi che non biasimano Israele per le proprie sofferenze.

Human Rights Watch ha perso l’opportunità di utilizzare i diritti umani per fare davvero la differenza. Sta rendendo sia al popolo palestinese che al movimento per i diritti umani un grande disservizio, minando così ogni credibilità che avrebbe potuto avere.

Come ci ricorda il Salmo 126, la restaurazione delle ricchezze del popolo ebraico porta grande gioia e benedizione, sia agli ebrei che a tutti coloro che vivono nel paese. Immagina quali benedizioni verranno quando i detrattori di Israele decideranno di accettare il popolo ebraico, invece di maledirlo! I recenti accordi Abraham tra Israele e diversi stati arabo-islamici danno un assaggio di come appare quell’accettazione e delle molte benedizioni che da essa derivano.

A cura della redazione

Israel & Christians Today


Canto dei pellegrinaggi.

Quando il SIGNORE fece tornare i reduci di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora spuntarono sorrisi sulle nostre labbra
e canti di gioia sulle nostre lingue.
Allora si diceva tra le nazioni:
«Il SIGNORE ha fatto cose grandi per loro».
Il SIGNORE ha fatto cose grandi per noi,
e noi siamo nella gioia.
SIGNORE, fa’ tornare i nostri deportati,
come torrenti nel deserto del Neghev.
Quelli che seminano con lacrime,
mieteranno con canti di gioia.
Se ne va piangendo
colui che porta il seme da spargere,
ma tornerà con canti di gioia quando porterà i suoi covoni.

Salmo 126